ISOLA CHE NON C’È
Siamo i ragazzi dell’Isola che non c’è.
Vorremmo presentarci con la semplicità del cuore, raccontando la nostra storia e il percorso associativo che stiamo vivendo.
L’Isola che non c’è è nata nel 1990, grazie alla buona volontà di un piccolo gruppo di operatori della CARITAS parrocchiale e il nostro amato Don Lino, che decise di coinvolgere i ragazzi disabili della parrocchia, i quali, lasciato il catechismo o i gruppi associativi, non proseguivano il loro percorso formativo di catechesi.
Inizialmente era costituito da un piccola comunità di animatori e da alcuni ragazzi, mentre ad oggi il gruppo conta 15 ragazzi con difficoltà di vario tipo e con età compresa tra i 25 e i 50 anni, e circa lo stesso numero di animatori, indispensabili per lo svolgimento delle attività.
Ogni sabato pomeriggio, svolgiamo le nostre attività: partecipiamo attivamente alle iniziative della parrocchia (Mercatino di Natale, Carnevale, Settimana Santa, Sagra…) e, al termine dell’anno associativo concluderemo con una gita.
Ogni più piccola attività è pensata per sostenere la crescita personale di ogni ragazzo: stare insieme, comprendere la Parola di Dio, migliorare le proprie Autonomie, nel rispetto dei limiti di ognuno, conoscere la Natura e il Prossimo come Dono di Dio, avendo cura di sviluppare i temi pastorali annuali.
Seguiamo annualmente un PROGETTO EDUCATIVO, che viene realizzato attingendo alle guide pastorali della diocesi e alla formazione degli educatori (SCOUT e AZIONE CATTOLICA).
Ogni sabato pomeriggio, svolgiamo le nostre attività: partecipiamo attivamente alle iniziative della parrocchia (Mercatino di Natale, Carnevale, Settimana Santa, Sagra…) e, al termine dell’anno associativo concluderemo con una gita.
Ogni più piccola attività è pensata per sostenere la crescita personale di ogni ragazzo: stare insieme, comprendere la Parola di Dio, migliorare le proprie Autonomie, nel rispetto dei limiti di ognuno, conoscere la Natura e il Prossimo come Dono di Dio, avendo cura di sviluppare i temi pastorali annuali.
L’animatore, stabilisce con i ragazzi un rapporto alla pari, attraverso un’esperienza che arricchisce entrambi, potenziando l’intersoggettività nella sua massima espressione.
Ed è proprio questo il messaggio che con le nostre attività abbiamo voluto trasmettere: la Chiesa siamo noi e senza radici radicate, l’albero non può crescere folto e pieno di vita.
Certi che il tempo che doniamo ai nostri ragazzi arricchisce noi animatori nel cuore e nella Fede, fiduciosi di avergli trasmesso quello abbiamo nel cuore
e di aver aiutato a coltivare giorno per giorno la loro identità, il loro progetto di vita all’interno della nostra comunità.
Saint-Exupéry scrive: