Parrocchia San Giuseppe Carpi

Il saluto della comunità a Don Luca

La parrocchia ha salutato e ringraziato il parroco don Baraldi, che il prossimo 5 luglio partirà per la missione in Canada

Grande partecipazione e commozione, domenica 30 maggio, alla Messa festiva “unitaria” della parrocchia di San Giuseppe Artigiano celebrata alle 10 nel parco di via Genova a Carpi. La liturgia, che ha concluso l’anno di attività del catechismo e delle associazioni, è stata infatti per la comunità l’occasione per salutare il parroco don Luca Baraldi, in partenza per il Canada il prossimo 5 luglio. Dalla parrocchia il “dono” del biglietto del volo aereo per raggiungere la Diocesi di Mackenzie-Fort Smith. Fra gli intervenuti  alla Messa il sindaco Alberto Bellelli, e Giuseppe Cattini del Circolo Guerzoni.


Il saluto di Don Jiju

Caro don Luca,
“Lo spirito di Cristo è lo spirito della missione. Più ci avviciniamo a Lui, più intensamente diventiamo missionari”. Questa frase di un missionario del XVIII secolo, carissimo fratello, nel tuo caso è azzeccata. Potrei dire con certezza alla luce della mia esperienza vissuta con te, la tua decisione di partire per la missione è un risultato della tua profonda amicizia con il Signore Gesù Cristo.
Mi dispiace tantissimo di perdere un fratello e una guida come te. Perché durante la mia esperienza in Italia, ho visto in te, uno di quei sacerdoti che riescono a vivere armoniosamente quel connubio evangelico di grande umanità e salda fede.
Direi di più, tu non sei come quel solito “prete/parroco di turno” a cui normalmente siamo abituati. Tutte quelle cose belle che ho visto in te, sono stati preziosi stimoli per me, per migliorare la mia vita come un uomo e come un prete che è capace di donarsi agli altri senza alcun condizionamento.
Tu sei stato per me un premuroso fratello, un modello di vita, un eccellente cuoco, un maestro di italiano. Hai avuto tanta pazienza con me. Per tutto quello che hai fatto per me e che sei stato per me in tutto questo periodo, ti sarò sempre grato.
Ringrazio con tutto il cuore il Signore per avermi dato la possibilità di incontrare una persona strepitosa come te. Ti ringrazio per avermi dato affetto, rispetto,  aiuto e compagnia, anche condividendo i tuoi talenti culinari con tanta umanità e umiltà con me e con don Basile.
Ti ringrazio per non avermi mai fatto sentire “un’immigrato”. Non è facile trovare le persone come te, nemmeno nell’ambito ecclesiastico. Ci sarebbero ancora tantissime cose da dire: il tuo attaccamento alla Parola di Dio, la tua profondità sulla dottrina cattolica, il tuo approccio serio e passionale alla liturgia e alle celebrazioni…
Carissimo fratello, tu sei veramente un sacerdote, nonostante la tua giovane età, modello da imitare per tutti noi. Alla fine, ti auguro ogni bene e tanta benedizione dal Signore ogni giorno della tua vita ed ogni cosa che fai. Secondo me, la tua vita sacerdotale sarà un sacerdozio vitale e vivificante, per il popolo è per le strutture ecclesiastiche.
La tua assenza dalla nostra comunità diocesana, anche se per un tempo determinato, sicuramente sarà un vuoto non facilmente colmabile nemmeno nella mia vita. Non è facile trovare una sostituzione a persone come te. La tua assenza, ci farà rendere conto del tuo vero valore.
Spero che la madre chiesa, saprà usare le tue doti, per il bene del popolo di Dio, perché sei secondo me, un pastore di altissimo valore e calibro.
Io ti aspetto in India…sappi che hai un fratello maggiore, il sottoscritto, che ti aspetterà.

Don Jiju Norbert Kochukariyil,
30.05.2021


Il saluto del consiglio pastorale parrocchiale

Caro don Luca, questa volta ce l’hai combinata davvero grossa! Dopo averti visto scalare i 7000 metri, fare la maratona di Carpi e scalare perfino il campanile della nostra chiesa di San Giuseppe, pensavamo di esserci abituati a tutto e invece… Sapevamo che le vie del Signore non sono le nostre vie, ma mai avremmo immaginato che la chiamata dello Spirito ti conducesse ai confini del mondo; potremmo quasi dire dal Circolo Guerzoni al Circolo Polare… Alcuni di noi – ad essere sinceri – hanno fatto come i discepoli del Vangelo di oggi: hanno dubitato che davvero fosse questa la via dell’evangelizzazione che avresti dovuto percorrere, eppure… il grido del Signore risorto in Galilea “andate e fate discepoli tutti i popoli” viene a spazzare via tutte le paure, i dubbi e i cuori timorosi di tanti di noi, convinti che le strade della Chiesa in uscita invocata da Papa Francesco non conoscano davvero confini. E quindi? E quindi ti diciamo qualche grazie. Grazie perché non ti sei mai stancato di invitarci – magari con certe modalità un po’ ruvide – ad allargare il cuore, alla ricerca dell’incontro con il Signore risorto anche nelle persone o nelle situazioni più impensabili. Grazie perché ci hai insegnato che anche in 10 minuti di omelia (mai uno di più, e questo lo abbiamo apprezzato!) si può spezzare la Parola ai propri fratelli, magari intrecciandola con alcune inedite attualizzazioni con film, musica, poesie a cui ci hai abituato in questi anni. Grazie perché ci hai ricordato – a volte in mezzo alle nuvole di incenso con cui amavi affumicarci (soprattutto noi suonatori) – che mai come in questo momento la Chiesa è chiamata a percorrere strade nuove e a non arroccarsi in forme e schemi figli di altri tempi. E in fondo, a pensarci bene, con questa tua scelta di vita ci hai voluto dire con forza dirompente che la vita di una comunità parrocchiale non ruota intorno a questo o a quel parroco (simpatico o antipatico che sia) ma deve sempre avere al centro l’incontro con il Risorto, la Mensa della Parola, l’aiuto al povero della porta accanto (il Fondo di Solidarietà è stato certamente una delle più felici intuizioni del tuo ministero a San Giuseppe). La nostra è una comunità vivace, a volte forse un po’ troppo chiacchierona (come a volte ti piaceva dire per punzecchiarci), ma che ti chiede un ultimo sforzo: quello di ricordarci nella preghiera, ricordare il nuovo parroco (che attendiamo con impazienza) e chiedere al Signore, anche nei freddi inverni a -30 gradi che ti attendono lassù, che ci mostri sempre la bellezza del suo insegnamento. Infine, il regalo che ora ti consegniamo vuole essere il segno concreto del fatto che questa comunità ti accompagna in questo lungo viaggio, insieme alla protezione del nostro amato patrono San Giuseppe.
Consiglio pastorale parrocchiale di San Giuseppe Artigiano


Le parole di Don Luca

“I volti che ho salutato, specchio di Cristo”
“Questa mattina è suonata la sveglia – queste alcune delle parole rivolte da don Luca Baraldi ai parrocchiani piccoli e grandi presenti – ma non era quella che, ogni giorno alle 5.50, mi invita a scoprire che c’è un futuro preparato nel giorno che si apre. Il suo trillo pungente mi ha penetrato profondamente, toccando tutti i nervi scoperti delle mie inconsistenze e facendomi sentire la forza dei legami autentici che, nei giorni della mia presenza a San Giuseppe, mi sono stati regalati. Questa mattina è suonata la sveglia di una gratitudine rinnovata a Dio e di un desiderio ancora più intenso di godere della sua presenza, sempre più vicino, sempre più esposto. I volti che ho salutato rimarranno lo specchio di Cristo, che ritroverò nei volti dei fratelli e sorelle Tlicho, quando a luglio sarò in Canada. Questa mattina è suonata una sveglia: e ho sentito barlumi di Futuro”.


Il ringraziamento di Don Luca

“Ecco io sono con voi tutti i giorni”. Devo dire che questa parola Signore in
questi otto anni si è realizzata pienamente.

Mi hai dato la grazia di riconoscerti e di conoscerti meglio, più concretamente, nella tua vitale presenza, attraverso le persone che mi hai messo accanto in questa esperienza pastorale di San Giuseppe.

Nei giovani dell’azione cattolica, nei giovanissimi, nei ragazzi del Clan, in particolare, mi ha dato la possibilità di comprendere il mistero della tua libertà, che non si lascia imbrigliare, da nulla e da nessuno e che sa andare oltre ogni tempo e ogni luogo; e per loro ti voglio ringraziare.

Nelle preghiere degli anziani bloccati nelle loro case per la malattia, la fragilità del corpo e dell’età, nelle voci e negli sguardi dei ragazzi dell’Isola che non c’è, mi hai dato la possibilità di contemplare la tua fronte, solcata dalle rughe del tempo e delle prove della vita, che però nascondo l’intensità del tuo amore per gli uomini. E per loro voglio ringraziarti.

Negli educatori dell’azione cattolica, nei capi dell’Agesci, in molti catechisti, negli educatori dell’oratorio, del campo giochi, del doposcuola, mi hai mostrato i tuoi occhi dallo sguardo generante, capace di aprire a nuovi futuri e che tutti vuole rivolgere al mondo che Dio prepara per loro. Per questi impegni, per queste persone ti voglio ringraziare.

Nella voce decisa, forte dei bambini, voi, come questa mattina durante l’omelia mi hai fatto sentire la tua parola gioiosa ma decisa, capace di dare risposte nette, inequivocabili, ma anche origine e fonte di ogni beatitudine, come quelle che pronunciasti sul monte. Ed è per questi piccoli che ti ringrazio.

Nella saggezza, prudenza, di chi nel consiglio pastorale, o meglio nei consigli pastorali che si sono succeduti in questi anni, in particolare i segretari, Luca e Marco, e anche negli altri organismi di partecipazione, come il consiglio parrocchiale di azione cattolica, il consiglio per gli affari economici, ho potuto toccare la tua barba folta ispida, distintiva non solo della tradizione del tuo popolo, ma segno di un tempo vissuto in una costante ricerca della trasparenza e della verità onesta. E di questo ti ringrazio.

Nella generosità quotidiana, instancabile di Luciano e di tutti gli altri collaboratori e volontari delle opere materiali della parrocchia, Gianpaolo, Carmine, Paolo, ho visto le tue spalle forti, capaci di caricarsi la pecora perduta e il malcapitato sulla strada di Gerico. Per loro ti ringrazio.

Nella discreta ed immancabile dedizione di Daniela, Liliana, Giuliana, Paolo, Rino e Fabio, il tuo cuore mi è stato svelato colmo di delicatezze e di premure fatte nel nascondimento.

Nelle mani impegnate per i poveri dei volontari della Caritas, mi hai fatto vedere il tuo gesto di spezzare il pane che sfama ogni creatura e di questo ti ringrazio.

Negli amici del circolo Guerzoni e delle altre realtà sociali del nostro quartiere, ho intravisto il tuo desiderio di condividere la tua mensa con tutti, per portare gioia, spensieratezza, lampi di luce nella vita di tutti i giorni. E per loro ti rendo grazie.

Nella presenza capillare fra le case, le famiglie, gli anziani, che le nostre suore non hanno mai fatto mancare in questi 8 anni, ha potuto riconoscere il tuo entrare nella casa di tutti portando una parola buona, di gioia e di speranza. Per loro credo grazie.

Nel ministero di coloro che come me hanno ricevuto l’ordine del presbiterato del diaconato mi hai mostrato i piedi del Messaggero che annuncia la pace. E per loro ti rendo grazie.

Nelle relazioni belle con gli amici della route degli sposi, di tutti i gruppi degli adulti dell’azione cattolica, dei giovani sposi, ho visto le tue orme che ancora oggi calcano le polverose strade della storia per lasciare indicazioni di speranza. E per loro ti ringrazio.

Signore, tu hai mantenuto la tua promessa. Continua ad essere la presenza che ci ridona dignità ed energia per essere chiesa in uscita in Canada, qui nel quartiere di via Remesina, in ogni luogo nel quale ci farai incontrare fratelli e sorelle con i quali condivide la gioia della missione e grazie ai quali continuare a sperimentare la tua presenza. Per ognuno ti dico grazie.